
30 marzo 2025 h 17.20
Cineplex Pontedera (PI) – via Tosco Romagnola, 235B
Film brutti (per me). Sono i film che non mi sono piaciuti
// Mickey 17 // Dall’alto di una fredda torre // The Fall Guy // Civil War // Enea // Chi segna vince // Un uomo felice // La guerra del Tiburtino III // Mi fanno male i capelli // Felicità // L’ordine del tempo // Educazione Fisica // Il primo giorno della mia vita // Vicini di casa // War La guerra desiderata // Dune // Domani è un altro giorno // Dead in a week // Una vita spericolata // Doppio amore [L’amant double] // Sono tornato //
Mickey 17.
Se questo è il futuro dell’umanità, meglio l’estinzione!
La realtà virtuale, animata con l’intelligenza artificiale, ha fatto precipitare Bong Joon-ho dallo scranno di grande maestro dov’era assiso dai tempi di “Parasite” e anche da prima. Che delusione!
Non basta avere immaginato il mostro a due teste Trump Elon Musk (Kenneth Marshall e consorte) prima che si rivelasse nella realtà e averlo reso protagonista negativo di un cartone animato. Il vero mostro, fuori del cinema, ha vinto le elezioni (nel cartone animato le ha perse) e fa veramente paura, non come la patetica coppia invasata del film destinata a sicura sconfitta.
La fantascienza è una cosa seria, richiede rigore; parte da una premessa non dimostrata dal punto di vista scientifico, poi, nelle due ore in cui siamo sequestrati davanti allo schermo, ogni evento che scaturisce da quella premessa dev’essere coerente e credibile.
Il regista ci deve convincere che, anche se apparentemente assurda, la storia è vera, i personaggi non sono reali ma veri.
Fuori di questa illusione non c’è la lanterna magica di cui parlava Ingmar Bergman, non c’è il cinema, per quanti milioni di dollari si siano spesi per realizzare gli effetti speciali.
Sono più veri i cartoni antropomorfi di Walt Disney degli esseri animati che squittiscono e comunicano con gli umani tramite un traduttore elettronico istantaneo.
Non andiamo al cinema per ricevere messaggi, per quello basta lo smartphone.
Sono uscito dalla sala – la più adatta al film: Cineplex di Pontedera, una di quelle multisale che ti danno l’impressione di trovarti in un gigantesco flipper – notevolmente arrabbiato nei confronti del regista che da alcuni anni è per me un mito. È capitato ad alcuni registi importanti di fare film deludenti in vecchiaia (anche a Fellini). Non è il caso di Bong Joon-ho. Non è vecchio. Il suo problema, secondo me, è la disponibilità di troppi soldi. La necessità di fare i conti con un budget limitato spinge a fare scelte, a tagliare progetti troppo ambiziosi, a cercare soluzioni geniali per realizzare idee essenziali, a mettersi in contrapposizione con la produzione. Se si va troppo d’accordo con i produttori non è un buon segno, vuol dire che l’aspetto commerciale prevale sull’aspetto artistico. È ciò che, secondo me, è accaduto a questo film. Peccato!