26 giugno 2023 h 17.00
Cinema Odeon Pisa – piazza San Paolo all’Orto

Temi

La Storia siamo noi
// Campo di battaglia (la prima guerra mondiale) // La zona d’interesse (la penetrazione del nazismo nelle coscienze) // Napoleon (1769 – 1821) // Oppenheimer (l’inizio dell’era nucleare) // Casablanca (amore e guerra) // Rapito (il caso Mortara) // “Buongiorno, notte” e “Esterno notte: prima parte” (stesso commento; il caso Moro) // “Esterno notte: seconda parte” (il caso Moro) // Belfast (il conflitto nordirlandese) // L’ombra del giorno (fascismo e persecuzione degli ebrei) // Illusioni perdute (la società francese negli anni della Restaurazione) // Est Dittatura Last Minute (i paesi dell’Est negli anni dell’Unione Sovietica) // 1917 (la prima guerra mondiale) // Jojo Rabbit (nazismo) // Herzog incontra Gorbaciov (la fine dell’Unione Sovietica) // Hammamet (la fine di Craxi) // J’accuse (il caso Dreyfus) // La Favorita (i guai della Gran Bretagna al tempo della regina Anna, 1708) // Cold War (la guerra fredda) //

Amicizia (scoperta, coltivata, tradita)
// Animal House // Casablanca (Rick e Sam, Rick e Louis) // Bassifondi // La quattordicesima domenica del tempo ordinario // La Primavera della mia vita (Colapesce e Dimartino) // Gli spiriti dell’isola (fine di un’amicizia) // Close (l’amico del cuore) // Nostalgia (gli amici si ammazzano, non si dimenticano) // Cry Macho (tra un vecchio e un ragazzo) // Mi chiamo Mattia (racconto) // Lontano Lontano (amicizia tra anziani) // 1917 (amicizia sotto le armi) // Stan & Ollie (amicizia tra artisti) // Copia originale [Can you ever forgive me?] (tra due tipi eccentrici) // Green Book (tra un italoamericano e un afroamericano) // Il mio Capolavoro (tra pittore e gallerista) // Moschettieri del Re (amicizia mitica) // Lazzaro felice (tra emarginati) // The Shape of Water [La forma dell’acqua] (tra individui “diversi”) //

“Casablanca” (1942), regia di Michael Curtiz.
Oltre a Hunphrey Bogart (Rick) e Ingrid Bergman (Ilsa), riconosciamo attori che abbiamo visto innumerevoli volte nei film dell’adolescenza (abbiamo visto noi vecchietti o boomer che dir si voglia).
Peter Lorre (pseudonimo dell’ungherese László Löwenstein), attore di teatro, protagonista principale di “M, il mostro di Düsseldorf” (Fritz Lang, 1931). Dopo “Casablanca” prestò l’espressione melliflua e gli occhi sporgenti a un personaggio di una divertentissima commedia nera. In “Arsenico e vecchi merletti”, regia di Frank Capra, l’attore interpreta il dottore che ha trasformato il volto del delinquente, presunto fratello del protagonista, fino a farlo diventare sosia di Boris Karloff (il Frankenstein cinematografico).
In “Casablanca” Peter Lorre è un piccolo malvivente che cerca di vendere le lettere di transito sottratte a due soldati tedeschi uccisi.
Un altro volto familiare dei film di quegli anni è Claude Rains, il prefetto di polizia nel Marocco francese che si barcamena tra i nazisti e il governo di Vichy; solo alla fine decide da che parte stare tra i collaborazionisti e i partigiani della Francia libera.
In “Notorious!” (Alfred Hitchcock) Claude Rains è un nazista rifugiato in Brasile dopo la guerra, dominato dalla madre, sconfitto dall’amore per Alicia, il personaggio interpretato da Ingrid Bergman che nel doppiaggio in italiano si chiama Elena.
Se Elena (Alicia) non “ritorna in mente, bella come era, forse anche di più” (Battisti – Mogol, con una piccola licenza), bisogna procurarsi il film di Hitchcock, indispensabile per capire come dev’essere un thriller.
Impossibile non riconoscere il simpaticissimo volto di Carl, il cameriere nel locale di Rick, fedelissimo al datore di lavoro. L’attore si chiama S. Z. Sakall; la sua sagoma riempie lo schermo di allegria e interrompe la tensione in un film drammatico girato quando l’occupazione della Francia era in atto.
A una domanda di Rick, il pianista Sam (Dooley Wilson) risponde «Yes boss» con una bella voce profonda. Nel film doppiato la sua risposta diventa «Sì padrone» con la voce nasale come avesse il raffreddore e il tono dello schiavo. Siamo in Marocco; Sam è un pianista cantante molto richiesto e si fa pagare bene; Rick è il datore di lavoro. Avrebbero potuto tradurre «Sì capo», ma avevano bisogno di una labiale per far coincidere il movimento delle labbra (b di boss, p di padrone).
Sam è sinceramente affezionato a Rick e sicuramente in America sarebbe in una situazione di inferiorità rispetto ai bianchi, soprattutto perché ha fatto scuole approssimative (negli Stati Uniti c’era la segregazione razziale nelle scuole, nei mezzi pubblici, nei ristoranti, nelle chiese, dappertutto).
Sam dice «Ah likes it fine here» per dire «I like to be here» (“Mi piace stare qui”, “Sto bene in questo locale”). Sam dice «Ah ain’t got time to spend what ah makes here» per dire: «I don’t have (I haven’t got) enough time to spend the money that I get here» (Non ho abbastanza tempo per spendere i soldi che prendo qui).
Il pronome personale “I” (/ai/), in inglese sempre maiuscolo, netto, preciso, assertivo, in bocca a Sam è un esitante e sospiroso “Ah”.
Parla come i neri nei vecchi film americani (doppiati in italiano con la voce nasale e con i verbi all’infinito), come i “negroes” dell’epoca. Ha un rapporto speciale con Rick, un affetto di cuore: soffre per lui e vuole sinceramente aiutarlo.
Domanda: ha senso andare a cercare nella sceneggiatura di film come “Via col vento”, nei libri di Mark Twain, nelle opere teatrali di Shakespeare le parole, le espressioni, i concetti che ora consideriamo inaccettabili? No. Non ha senso. Quando lo faranno spero di non esserci, di essere sparito prima. Non voglio vivere in un mondo in cui si censurano le opere d’arte portando tutto al presente.
Tra Sam e Rick c’è amicizia, ma non sono pari; la differenza non è dovuta a razzismo ma al ruolo sociale, al patrimonio dei due: anche Rick e i camerieri bianchi non sono pari.
«Play it again, Sam»; «Suonala ancora, Sam».
È la battuta che Ilsa (Ingrid Bergman) pronuncia rivolgendosi al pianista, la battuta che ci ricordiamo tutti e ha dato il titolo a uno dei primi e più divertenti film di Woody Allen.
L’oggetto sottinteso è “As time goes by” (“Come il tempo passa”, “Come il tempo scorre”), la canzone di Herman Hupfeld che Rick, il gestore del locale, non vuole che Sam canti e suoni al pianoforte.
Sam può suonare e cantare ciò che vuole, non la canzone che ricorda a Rick un momento felice seguito dal tormento e dalla disperazione.
Bella la costruzione di una svolta fondamentale del film intorno a una canzone. Questi registi e sceneggiatori hollywoodiani conoscevano il mezzo cinematografico e sapevano adoperarlo per arrivare all’obiettivo: creare un’emozione.
Flashback: una settimana di amore, di felicità nella Parigi libera, poi un vago biglietto di addio sotto la pioggia, nella folla che si accalca in stazione per prendere l’ultimo treno per Marsiglia (e da lì: Casablanca), prima che arrivino i nazisti.
Ilsa aveva i suoi motivi per ferire il povero Rick e ferirsi così crudelmente: il marito  Victor Laszlo, eroe scampato ai lager nazisti, non era morto, come lei aveva creduto.
In quei momenti non si poteva pensare alla propria felicità, fino a che il nazifascismo avesse continuato a girare per l’Europa.
Il film, uscito in America nel 1942, naturalmente arrivò in Italia solo dopo la fine della guerra, e fu un grande successo, nonostante le punture di zanzara inserite all’interno riguardo agli italiani (non saprei dire se ci furono censure nel doppiaggio).
C’è un personaggio appena abbozzato che si chiama Tonelli ed è italiano: si esibisce in un gesto di ruffianeria nei confronti del maggiore Strasser appena arrivato a Casablanca per assicurarsi che il patriota Victor Laszlo non possa lasciare la città per raggiungere Lisbona e da lì volare in America.
Tonelli, presentandosi al maggiore Strasser, dice: «Sono il capitano Tonelli, dello staff italiano. Al suo servizio, signore. Il nostro staff desidera cooperare».
Questo Tonelli, giustamente, è disprezzato dai francesi e dallo stesso maggiore Strasser.
Una stranezza: il proprietario del locale concorrente del Rick’s (Blue Parrot), impegnato nei traffici dei permessi di transito, sembra un arabo ma si chiama Ferrari. Lo chiamano segnor Ferrari. Dunque ha l’appellativo spagnolo, il cognome italiano e l’aspetto arabo. Forse gli americani, che non sono mai stati forti in geografia, facevano confusione.
Ilsa aveva sacrificato la felicità al dovere di moglie di un combattente per la libertà, ma aveva distrutto Rick.
Suonala ancora, Sam. Fa tornare per un attimo la magia dell’amore, anche se solo con un flashback, un artificio che nel cinema consente di riannodare indietro il tempo, ma, purtroppo, non è possibile applicare nella vita. Noi disponiamo dei ricordi, ma il flashback è un’altra cosa!
Il film racconta l’amore in tempi difficili. Di Rick per Ilsa, di Ilsa per Rick, di Victor Laszlo per la moglie. Per amore Victor è disposto a perderla, a lasciarla a Rick. Per altruismo Rick la perde dopo averla riconquistata. I tre personaggi si tormentano, ma rinunciano alla propria felicità per il bene dell’altro o per senso del dovere.
Il film racconta anche l’amicizia tra due uomini cinici, provati dalla vita, ma pronti a grandi gesti, quando è necessario.
Il prefetto di polizia Louis rappresenta il governo di Vichy. In cuor suo disprezza i vincitori provvisori, ma intanto cerca di ricavare il massimo vantaggio dalla situazione: non ha scrupoli a vendere i permessi di transito, a ricattare le donne povere e indurle a tradire i mariti. È un vile ricattatore. Alla fine si riscatta per ammirazione nei confronti di Rick.
Louis: «Hai fatto tutto per salvare Laszlo. Hai detto una bugia per far partire Ilsa insieme a lui. Conosco le donne, amico mio: lei è partita con Laszlo, ma ha capito che stavi mentendo per convincerla. L’altra sera avevo ragione: sei un sentimentale».
Il gesto generoso di Rick colpisce Louis e lo trasforma. Però non si può non notare che Louis tratta le donne come oggetti: «Conosco le donne, conosco i miei polli».
Rick è un uomo che ha creduto negli ideali di libertà, ha combattuto dalla parte giusta nella guerra civile spagnola e ora non crede più a nulla. Ilsa lo ha distrutto e reso cinico («Non mi occupo di politica»).
Si capisce che è un uomo profondamente onesto quando aiuta la ragazza bulgara che si è rivolta a lui per un consiglio: ha bisogno di partire con il suo uomo e Louis la sta sottoponendo ai suoi squallidi ricatti. Il comportamento di Rick è apprezzato dai camerieri e fa capire perché gli vogliono bene.
La simpatia reciproca tra Rick e Louis è evidente ogni volta che si incontrano, anche se mascherata dall’ironia.
Casablanca è un film sull’amore e sull’amicizia in tempi difficili tra persone imperfette che, di fronte a un bivio, fanno la scelta giusta.
Dopo avere fatto partire Ilsa e Victor Laszlo e dopo che Rick ha ammazzato il maggiore tedesco, Louis lo protegge e fracassa con disgusto la bottiglia di vino targata Vichy; si torna alla lotta per la libertà.
Rick: «Credo che questo sia l’inizio di una bella amicizia».
Si può aggiungere, in conclusione, che la trama è assurda: non c’è una, neanche una sola svolta verosimile.
Ma che importa? Il film emoziona gli spettatori da più di mezzo secolo.
As time goes by (Herman Hupfeld)

You must remember this
A kiss is still a kiss, a sigh is just a sigh
The fundamental things apply
As time goes by

And when two lovers woo
They still say “I love you” on that you can rely
No matter what the future brings
As time goes by

Moonlight and love songs are never out of date
Hearts full of passion, jealousy and hate
Woman needs man, and man must have his mate
That no one can deny

It’s still the same old story
A fight for love and glory, a case of do or die
The world will always welcome lovers
As time goes by

Moonlight and love songs are never out of date
Hearts full of passion, jealousy and hate
Woman needs man, and man must have his mate
That no one can deny

It’s still the same old story
A fight for love and glory, a case of do or die
The world will always welcome lovers
As time goes by