10 novembre 2022 h 17.00
Cinema Odeon Pisa – piazza San Paolo all’Orto

I vecchi
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Vedendo film che raccontano donne di età superiore ai sessant’anni, ancora piacevoli, impegnate ad avviare, prima che sia troppo tardi, una nuova vita affettiva e sessuale, sorge spontanea la domanda (direbbe Lubrano): le donne scatasciate, non più giovani, non ancora definitivamente vecchie ma con segni evidenti dell’età, che possibilità hanno di risorgere dalla piatta disperazione in cui alcune sono costrette?
Di seguito elenco gli ultimi tre film sull’argomento, partendo dalle attrici protagoniste.

Stefania Sandrelli.
Il film è Astolfo, regia di Gianni Di Gregorio. Un film illuminato dalla presenza di un’attrice che ha riempito la nostra memoria con personaggi attraenti: la meravigliosa ragazza innamorata del cugino Fefè (Marcello Mastroianni), che, raggiunto lo scopo di sposarlo (siamo in Divorzio all’italiana), si diverte sulla barca in un gioco di piedi con il giovane marinaio.
Astolfo “dà un senso di pace”, ha detto un amico (Antonio Lezzi) che sa usare le parole.

Karin Viard.
Maria e l’amore, regia di Lauriane Escaffre e Yvo Muller. Una bella signora di mezza età lavora come donna delle pulizie per vocazione e per uscire di casa. Scrive poesie in un quadernone rosso che non fa leggere a nessuno; è curiosa e disponibile. Il marito, di origine portoghese, ascolta in continuazione il fado ed è insopportabile. Quando la moglie prende timidamente l’iniziativa di un approccio sessuale a letto, si volta bruscamente e le chiede «Ti senti bene?».
Per liberarsi di un uomo così noioso non è necessario incontrare Alain Delon o Marcello Mastroianni di quando facevano innamorare tutte le donne. Basta il custode sovrappeso della Scuola di Belle Arti di Parigi, frequentata da artisti, studenti e professori un po’ particolari – le opere d’arte vanno dai vasetti di burro, alle muffe, alle conchiglie che rappresentano vulve, sospese a fili di lana che rappresentano peli.
In questa scuola eccentrica, ideale per suscitare la curiosità di una donna intelligente, la signora è stata assunta per fare le pulizie.
Grazie alla disponibilità ad aiutare una studentessa nella sua composizione artistica, Maria scopre il piacere di fare la modella nuda per gli studenti. Finalmente il suo corpo è oggetto di attenzione. Le fa piacere lo sguardo del custode, che non dovrebbe avere accesso a quell’aula mentre si svolgono le pose di nudo, ma conosce tutti gli angoli della scuola e ha l’occhio lungo.
I due si innamorano; lei, finalmente, lascia il marito (non ce la faceva più); il custode lascia la scuola per andare a vivere, insieme a Maria, in una casetta situata in un posto da sogno che ha visto su un poster appeso alla parete. Non per essere pessimisti, ma le fotografie di questi posti da sogno di solito sono più belle dei posti; il custode probabilmente si pentirà di aver lasciato un lavoro che consisteva nel non far nulla fingendo di essere indaffarato.
Un film leggero, abbastanza divertente, interpretato da Karin Viard, una bella signora dotata di un corpo interessante.

Emma Thompson.
Il film è Il piacere è tutto mio (titolo originale: Good luck to you), regia di Sophie Hyde.
Rimasta vedova, finalmente, la professoressa di religione decide di provare, per la prima volta, il piacere del sesso, che non ha mai sperimentato: si rivolge a un’agenzia di giovani prostituti, quelli che chiamiamo gigoló (parola francese, più elegante di “mantenuto”; in un testo in italiano, secondo me, bisogna mettere l’accento acuto).
Nella mia testa parte la colonna sonora del commento (non del film): Louis Prima canta “Just a gigolo”.
“I’m just a gigolo and everywhere I go (Sono solo un gigoló e ovunque io vada) / People know the part I’m playing (la gente conosce la mia parte in commedia.) / Paid for every dance, selling each romance (Pagato per ogni ballo, vendo romanticismo.) / Ooh, what they’re saying? (Oh, che cosa dicono?) / There will come a day and youth will pass away (Verrà un giorno, la giovinezza passerà,) / What, what will they say about me (che cosa, ma cosa diranno su di me?) / When the end comes I know there’s a just a gigolo’s (So che quando la fine arriverà c’è solo un gigoló.) / Life goes on without me (La vita andrà avanti senza di me.) … …”.
È un motivo allegro che trascina, ma ha una vena di fatalismo, di disperazione nella frase ripetuta ossessivamente: “Nobody, nobody / Nobody cares for me” (Nessuno, nessuno, proprio nessuno s’importa di me).

Bisogna proprio dire “finalmente rimasta vedova”, perché la signora descrive una vita sessuale inesistente per tutti i venti anni del matrimonio con il defunto marito. Afferma, come fosse cosa normale e diffusa tra le donne di sua conoscenza: «Non ho mai provato un orgasmo».
Alcuni uomini concepiscono il sesso come un agitarsi per alcuni minuti dentro un involucro vaginale. Mentre il marito si agitava, moderatamente, la signora emetteva guaiti inframezzati da sospiri: simulava un orgasmo.

La morte può essere la salvezza da un matrimonio che non si ha il coraggio di interrompere, nel senso che uno dei coniugi – ovviamente il sopravvissuto (l’altro non sappiamo come se la cava) – può essere stimolato a dare una svolta alla propria vita, a sperimentare situazioni che gli sembravano proibite.
La signora, rimasta sola e libera, decide di provare l’esperienza che è sulla bocca di tutti (non delle professoresse di religione) e fa da sottofondo ai comportamenti, soprattutto nei primi due terzi abbondanti della vita: il sesso.
La situazione potrebbe svilupparsi in direzione di uno squallore senza fine, ma 1) siamo in una commedia, 2) Emma Thompson è molto bella ed elegante: può permettersi di dire sessantanove non intendendo il numero e senza diventare volgare, conservando la sua grazia naturale 3) il gigoló che lei incontra è un ragazzo intelligente e dotato di ironia: tra un lavoro comodo, che si svolge prevalentemente a letto, e il lavoro di operaio su una piattaforma petrolifera ha scelto il primo (come dargli torto!).
Dopo gli imbarazzi iniziali, da parte della signora, tra i due si crea un dialogo privo di inibizioni.
Poi quel poco di trama si sgancia dalla realtà.

Se in un programma televisivo si vede un comportamento pericoloso, appare sullo schermo una scritta: Attenzione! Non provate a rifare a casa! Gli autori, i presentatori, giustamente si preoccupano.
Analogamente in questo film dovrebbe apparire una scritta rivolta agli anziani ingenui: Attenzione! Non imitate il comportamento della protagonista!

La professoressa chiede più volte all’agenzia di incontrare lo stesso gigoló, poi cerca e trova il suo nome vero.
Attenzione, Pericolo! L’anziana o l’anziano potrebbe innamorarsi e avviare lo stalking ai danni del giovane o della giovane!
La professoressa è disponibile a rivelare il suo nome vero al gigolo e, alla fine, lo rivela: si chiama Mrs Robinson, come la protagonista di “Il laureato”, interprete la splendida Anne Bancroft, regia di Mike Nichols. È un film del 1967 che arrivò da noi (da me) negli anni settanta.
Qui, sempre nel commento, partono la musica e le parole di Simon&Garfunkel: «And here’s to you, Mrs. Robinson / Jesus loves you more than you will know (Salve Signora Robinson, Gesù ti ama più di quanto tu possa immaginare) / Whoa, whoa, whoa / God bless you, please, Mrs. Robinson (Dio ti benedica Signora Robinson) / Heaven holds a place for those who pray (Il Paradiso conserva un posto per chi prega) / Hey, hey, hey / Hey, hey, hey / …».
Che cosa suggerisce questa coincidenza (Mrs. Robinson) così evocativa per la mia generazione? Ci racconta che dopo il mitico sessantotto la signora matura in cerca di nuove esperienze conquistava il giovane laureato desideroso di fare pratica con una donna esperta. La signora Robinson attuale è decisamente carente da questo punto di vista, ha fatto passi indietro: conversando con il giovane rivela che considerava troie le ragazze della sua scuola che indossavano gonne troppo corte. Nel film la giovane s’innamora, ricambiata, di Dustin Hoffman (del personaggio che lui interpreta). Ora l’anziana ancora piacente deve ricorrere a un giovane esperto che fa il gigoló di mestiere e rischia addirittura di innamorarsi; la Mrs Robinson originale non avrebbe mai preso in considerazione questa possibilità; tra le due la più cinica, realistica, matura, è lei, Mrs Robinson interpretata da Anne Bancroft in un film cult (non credo che “Good Luck to you” lo diventerà, nonostante la presenza di Emma Thompson).
La signora attuale è così ingenua e sprovveduta da rivelare il proprio nome al prostituto.
Attenzione, Pericolo! Nella realtà, se non si verifica lo stalking ai danni del giovane, avviene lo sfruttamento della professoressa. Immagino somme di denaro crescenti viaggiare dal conto della signora al conto del giovane. Non succede nel film perché è una commedia, la trama è assurda. Vedo il mantenuto piangere mentre racconta la storia pietosa della mamma, della figlia, della nonna in pericolo di vita e in procinto di sottoporsi a un intervento che può salvarle la vita; intervento naturalmente costoso e bisognoso di medicine, costose anch’esse; vedo la signora trangugiare il racconto con la stessa facilità con cui beve un bicchiere d’acqua – anche se l’ha sentito più volte, riferito alla mamma, alla zia che l’ha cresciuto, alla vecchia nonna del prostituto – perché una ingenua professoressa di religione non ha idea di quanto il mondo sia cattivo e l’umanità disposta a mentire per fare il proprio tornaconto. Sento gli squilli del telefono in casa della signora e una voce che ripete: farò sapere a tutti i tuoi amici e conoscenti quali sono i tuoi gusti sessuali e, giacché ci sono, diffonderò il video di quando sei rimasta particolarmente soddisfatta di quella pratica a dir poco inusuale. Anche questo non succede nel film perché la trama è slegata dalla realtà. Nella realtà esiste anche il …
A volte il bisogno di tenerezza insoddisfatto in una vita intera può rendere fragili.
Solo in un film la ricerca di un toy boy, o di una toy girl, può essere la soluzione dei problemi sessuali e affettivi. Per non parlare dei “compagni” trovati su internet, ma questo fenomeno non riguarda solo i vecchi.

Ho elencato le belle signore mature che hanno interpretato sostanzialmente lo stesso ruolo in tre film (un po’ diverso il terzo dagli altri due).
E le altre? Quelle che mostrano la loro età, non dieci o venti anni di meno?
Non vogliamo dare anche a queste signore la possibilità di liberarsi di vecchi coniugi incartapecoriti dall’abitudine, di vecchi tabù, di legami che convenzionalmente si chiamano affettivi, ma sono soltanto catene?
Non che l’affetto non ci sia, ma l’affetto vero non dovrebbe servire a impedirci di crescere.
Anche queste signore che non sono riuscite a conservare un fisico giovanile hanno il diritto di sognare una capanna in un posto romantico insieme a un uomo incontrato per caso, non Clint Eastwood da giovane, ma un uomo che conserva un guizzo di immaginazione. Magari Clint Eastwood di qualche anno fa (ora è proprio vecchio).

Purtroppo nella vita, dopo una certa età – vale per uomini e donne – raramente accade l’incontro con una persona che non è George Clooney, non è Karin Viard, non è Emma Thompson o Stefania Sandrelli, ma ha conservato qualcosa di quella stagione troppo breve che si chiama giovinezza.

I’m just a gigolo; I ain’t got nobody (Louis Prima)

I’m just a gigolo and everywhere I go
(Sono solo un gigoló e ovunque io vada)
People know the part I’m playing
(la gente conosce la mia parte in commedia).
Paid for every dance, selling each romance
(Pagato per ogni ballo, vendo romanticismo.)
Ooh, what they’re saying?
(Oh, che cosa dicono di me?)
There will come a day and youth will pass away
(Verrà un giorno, la giovinezza sarà passata,)
What, what will they say about me
(che cosa, che cosa diranno di me?)
When the end comes I know there’s a just a gigolo’s
(Quando arriverà la fine so che sarò solo un gigoló.)
Life goes on without me
(La vita andrà avanti senza di me.)

I’m just a gigolo everywhere I go
People know the part I’m playing
Paid for every dance, selling each romance
Ooh, what they’re saying
And there will come a day and youth will pass away
What will they say about me
When the end comes I know there’s a just a gigolo’s
Life goes on without me

‘Cause I ain’t got nobody
Oh and there’s nobody that cares for me
There’s nobody that cares for me
I’m so sad and lonely
Sad and lonely, sad and lonely
Won’t some sweet mama
Come and take a chance with me
‘Cause I ain’t so bad
Sing on, pretty love song, all of the time
She will only be, only be

I ain’t got nobody
Oh and there’s nobody that cares for me
There’s nobody that cares for me
Nobody that cares for me
Nobody that cares for me
I ain’t got nobody, nobody
Nobody that cares for me
There’s nobody that cares for me
I’m so sad and lonely
Oh lonely, oh lonely
Won’t some sweet mama
Come and rescue me
‘Cause I ain’t so bad
And I’ll sing her three love songs all of the time
‘Cause she will only be, only, only, only, only, only, only be my baby
Come on, sugar, darling, honey
And there’s nobody, there’s nobody
There’s nobody, there’s nobody
There’s no one, there’s no one
Nobody, no, no one
Nobody, nobody
Nobody, nobody
Nobody cares for me