2 ottobre 2021 h 18.00
Cinema Odeon Pisa – piazza San Paolo all’Orto

Altro Film della regista: // Raw //

Suspense (alta tensione: thriller e/o horror)
// Doppia Pelle [Le Daim] // BlackBerry (thriller tecnologico) // Club Zero (horror alimentare) // Come pecore in mezzo ai lupi // Sanctuary (thriller psicologico) // Beau ha paura [Beau is afraid] // Cane che abbaia non morde [Barking dogs never bite] // Preparativi per stare insieme … (thriller psicologico) // L’ultima notte di Amore (noir metropolitano) // Holy Spider // M3GAN (thriller distopico) // Bones and All (horror cannibale) // Nido di vipere // L’homme de la cave [Un’ombra sulla verità] // La fiera delle illusioni // America Latina // Raw (horror cannibale) // Titane // Il sospetto [Jagten] // Favolacce // Notorious! (thriller H.) // Parasite // Il signor diavolo // The dead don’t die (gli zombie sono tornati) // Border: creature di confine // La casa di Jack // Gli uccelli [The birds] (horror H.) // L’albero del vicino //

Famiglia (genitori e figli)
// Dostoevskij // Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato // Enea // Club Zero // Come pecore in mezzo ai lupi // Ritorno a Seul // Beau ha paura [Beau is afraid] // Miracle: Letters to the President // The Whale // Le vele scarlatte // The Fabelmans // Marcel! // True mothers // Una vita in fuga // One second // Cry Macho // È stata la mano di Dio // Madres paralelas // Raw // Titane // Tre piani // La terra dei figli // Favolacce // Tutto il mio folle amore // Un affare di famiglia // La stanza delle meraviglie // Lady Bird /e/ Puoi baciare lo sposo // Tre manifesti a Ebbing, Missouri //

Famiglia (fratelli e sorelle)
// Come pecore in mezzo ai lupi // Miracle: Letters to the President // Come prima // Il potere del cane // Marx può aspettare // Raw // Le sorelle Macaluso // I fratelli Sisters // Mirai //

Diciamo subito: un film che ti tiene attaccato allo schermo per quasi due ore con una storia assurda è arte; una regista che ti costringe a ricercare i suoi lavori precedenti, ti incuriosisce riguardo al percorso che l’ha portata a questi risultati, merita il rispetto dovuto a chi ha lavorato per coltivare i talenti.
Dunque hanno fatto bene, secondo me, i giurati del festival di Cannes a premiare Titane di Julia Ducournau.
Posso testimoniare, per quanto poco valga una piccola esperienza vissuta: gli spettatori, pochi (ma quale film ha molti spettatori dopo essere usciti da una pandemia?), opportunamente distanziati in una sala del cinema Odeon di Pisa il 2 ottobre 2021, sono stati attenti, potrei dire coinvolti, e alcuni – all’uscita dal cinema, nella piazza San Paolo all’Orto, di fronte alla bellissima facciata della chiesa che dà il nome alla piazza – hanno intavolato una conversazione spontanea sul film (vedendosi in pochi, sempre gli stessi, si finisce col conoscersi).
Alla discussione ho contribuito con una domanda: il bambino che nasce alla fine a chi è figlio? Sappiamo chi è la madre (abbiamo assistito al parto), ma il padre? È la Cadillac?
Qualcuno l’ha presa per una battuta ironica e mi ha velatamente rimproverato: non bisogna porsi domande sulla trama di un film che è dichiaratamente un mistero. Sul mistero non si ragiona, si rifiuta o si accetta: tertium non datur.
Ho cercato di difendermi, velatamente, dicendo che ho accettato il mistero mentre seguivo con attenzione e apprensione le vicende di Alexia. All’uscita vorrei provare a ragionare.
Difesa debole, argomentazione non da tutti accettata. Me ne farò una ragione.
Non vorrei si confondesse con l’atteggiamento di chi, forse senza neanche vedere il film, si è attaccato a una delle assurdità che la regista racconta – il rapporto sessuale tra una ragazza che ha un pezzo di titanio conficcato nel cranio e un’automobile – per dire che non merita il premio prestigioso ricevuto a Cannes.
Non sono d’accordo; però devo ammettere, pur avendo apprezzato il film, che quella mi è sembrata la scena più debole.
L’automobile che saltella, in piena imitazione di un essere umano impegnato in un rapporto sessuale, sfiora il ridicolo e raggiunge il comico involontario.
Se stai immaginando una situazione nuova devi anche inventare un modo nuovo di fare l’amore.

Tutto il resto è ben girato, ben interpretato dai due attori protagonisti (Agathe Rousselle e Vincent Lindon) e, mi riferisco alla mia piccola esperienza, cattura lo spettatore, lo lascia col fiato sospeso, dietro la mascherina, fino alla fine. Nonostante alcune esagerazioni.
Sentiremo parlare a lungo della giovane regista e sceneggiatrice francese, ma, in questo momento, ha un limite che si è manifestato in ognuna delle prove precedenti e in quest’ultima: la tendenza a strafare.
Che cosa intendo per strafare? Cercare di mostrare tutto, senza lasciare spazio all’immaginazione che l’aiuterebbe molto più degli effetti speciali e dei trucchi cinematografici a creare situazioni angosciose reali, pescate nell’inconscio o, per i più sfortunati, tra i ricordi degli spettatori.
Alcuni tagli avrebbero giovato al film.
Segue il commento al film Raw.